mercoledì 5 maggio 2010

Rivoluzione 1 - La Madonna

“Rivoluzione” c'era scritto.
Sotto una stella.

Il colore dello sfondo, quello dei caratteri e quello del simbolo non erano sempre gli stessi, variavano.

Poster del genere tappezzavano le strade di tutto il paese, uno accanto all'altro.
Uguali e cromaticamente diversi, a ricordare che la rivoluzione della moltitudine ha diverse sfumature.

La Madonna teneva stretto tra le mani quello con lo sfondo rosa e la stampa viola. I colori che più le si addicono.
Anche lei si ribellava al ruolo in cui era stata costretta per millenni dalla sua famiglia, anche se sacra.

Aveva una forza evocativa enorme quella statua, una potenza che stravolgeva l'uso che si era fatto dell'icona fino ad allora.

Di solito le statue della Madonna frignano, possibilmente sangue. Se invece parlano, lo fanno per enigmi. Come le sfingi.

Quella statua della tradizione se n'era fottuta!

Si era rifiutata di piangere, voleva gioire.
Se ne era sbattuta degli enigmi: aveva dato un massaggio chiaro e nel modo più semplice. Una sola parola: “rivoluzione”.
Quella che stava avvenendo.

Smise di fissarla e si incamminò.
In mente aveva ancora l'urlo che era rimbombato nella piazza dopo che il cartello era stato fissato: “lunga vita ai ribelli oi!”.
A creare quella che sarebbe diventata l'icona della rivolta erano stati tre skin&punk.

Chissà cosa pensava il papa in quel momento... Qualcuno ridendo diceva che era contento: tanta gente aveva dato retta a quel consiglio della Madonna!

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