mercoledì 12 maggio 2010

Rivoluzione 3 - L'assemblea

Ci sarà un'assemblea, una come non se ne sono mai viste.

Il palazzo in cui ci troviamo adesso era già stato occupato l'anno scorso, durante le proteste dei senza casa.

È per questo che lo abbiamo scelto come sede dei comitati di liberazione: lo stabile è stato nelle mani dei ribelli prima ancora che qualcuno avesse solo potuto immaginare quello che sta avvenendo.

Non si sono volute usare le vecchie sedi del potere, un segno di rottura netto.

Fino a qualche giorno fa qui c'era la presidenza del municipio.
Mentre ce ne impossessavamo è stato curioso notare la targa con su scritto “difensore civico”: era posta proprio di fianco all'ingresso di una stanza, quella dove si erano tenute le assemblee durante l'occupazione.

Molti hanno riso vedendola.

Quello era anche il luogo dove i pischelli avevano passato più tempo chiacchierando e fumando.
Sembra quasi che quei corpi, quelle passioni, quella gioia abbiano avuto la forza di influenzare il potere, seppur municipale. Di costringerlo ad adibire quel posto a sede dell'unico ufficio che, teoricamente, avrebbe dovuto difendere i cittadini.

Ora ci stanno posizionando dentro un centro di regia.

Dovrà gestire i collegamenti video che giungeranno da tutto il paese: la prima assemblea nazionale dopo l'insurrezione sarà qualcosa di completamente inedito.

Non si sa come andrà, nessuno riesce a prevederlo. Non si sa neanche quanto durerà.

Tutti potranno prendere la parola, in qualsiasi parte d'Italia si trovino.

Chiunque abbia qualcosa da dire o un modello di società da proporre potrà farlo.

Sarà un gigantesco brain storming, secondo qualcuno il primo nodo del general intellect che si accende.

Ogni centro del paese, anche il più piccolo, sarà collegato in video con gli altri e in ogni piazza sarà possibile intervenire.

Ogni giorno, a fine giornata, sarà fatto un blob dei punti salienti degli interventi. Un gruppo di studio è incaricato di trarne il succo e cominciare a stilare le basi del nuovo ordinamento.

Non sappiamo ancora che ne verrà fuori, né se la moltitudine voglia prendere davvero il potere.

Adesso, però, un potere non c'è più: i palazzi delle istituzioni e le attività produttive sono in mano agli insorti e c'è gioia nell'aria.

La rivolta intanto dilaga.

Tutti i comuni italiani sono stati liberati e l'esempio viene seguito nell'intera Europa.

Dopo i fatti di Roma le rivolte sono esplose subito in Grecia e nelle banlieue francesi, e non come semplici riot. Questa volta hanno in mente qualcosa di ben preciso: fare come in Italia.
Poi si sono ribellati gli spagnoli e i tedeschi, i portoghesi e gli inglesi...

Adesso tutto il continente è in fermento.

Qui intanto lo schermo si è acceso, l'assemblea sta per cominciare.

(continua)

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